Posts Tagged ‘vera’

Ha ancora senso credere in Dio, oggi?

Maggio 6, 2008

Si crede che il ruolo di Dio e quello della scienza siano i medesimi.  Così, in un’epoca come la nostra in cui la scienza offre spiegazione a molti fenomeni, Dio viene sempre più relegato in una dimensione che diventa, di volta in volta più stretta fino, quasi, a scomparire.

Invece, guardando con maggior attenzione vediamo che le cose stanno diversamente. Dio non è un’alternativa alla scienza, la credenza in una divinità non è nata nell’uomo per dare spiegazione dei fenomeni naturali che non riusciva a comprendere, ma per dare risposta all’interrogativo fondamentale che da sempre egli si è posto: Perché vivo? Qual è il senso della mia vita?

E’ vero che, sin dall’antichità, si sono usate figure divine per dare spiegazioni a fenomeni naturali altrimenti incomprensibili, ma questo è stato un effetto successivo del credere in una divinità, non la spinta iniale a credere. Cioè non è che dal momento che ci si trovava di fronte a un fenomeno inspiegabile si inventava la divinità, bensì proprio perché c’era già il concetto di divinità a questa si attribuiva la colpa del fenomeno non spiegabile.  E’ vero che la religione è stata usata e ancora oggi a volte viene usata come mezzo di potere sull’uomo, ma questo accade per qualunque cosa, in qualunque contesto.

Il primo fenomeno inspiegabile con cui l’uomo si è dovuto confrontare è quello della sua esistenza, ed ecco che il contenuto primario della religione è sempre stato: Perché esisto?

Come la filosofia è nata dalla domanda: Perché esiste qualcosa e non il nulla? La fede in un essere altro dall’uomo è nata dalla domanda: Perché esisto io?

La scienza, qualunque scoperta abbia fatto, non è stata in grado di dare risposta a una domanda che ancora oggi è viva e attuale. D’altra parte non è questo lo scopo della scienza, invece grazie al suo progresso essa ha permesso di sfrondare la religione e la fede da tutte quelle costruzioni artificiali e da quelle domande secondarie che, col tempo, noi vi avevamo aggiunto. Così la scienza ci permette di ritrovare il senso vero e autentico della necessità di una fede, che è sempre quello della domanda sul senso della nostra esistenza.

In relazione alla risposta che diamo a questo interrogativo definiamo anche chi siamo, o meglio chi vogliamo essere. La fede però non è una scelta, non si può decidere di averla, così come non si può decidere di amare, la necessità della fede nasce dalla domanda, ma la fede nasce solo dall’incontro personale con la risposta a quella domanda: Perché esisto io?

Le risposte possono essere molteplici, il mondo ne offre tante, ma solo una è vera, vera per noi. Solo una parla a noi perché parla di noi e qual è? Come fare a riconoscere la risposta vera dalle altre?

Se siamo onesti con noi stessi vedremo che molte risposte sembreranno vere o verosimili, molte saranno allettanti, ma presto ci lasceranno affamati, assetati, vuoti. Solo una ci sazierà, ci disseterà, ci colmerà, non è detto che sia il percorso più facile, né il più difficile (anche se sempre nella vita, le cose importanti, quelle che contano, costano e costano tanto), ma è sicuro che è ciò che ci farà dire: “Ora lo so! So perché esisto!”. E questa certezza non scomparirà più.

La risposta che ci fa dire questo, quella è la risposta vera.

Giovanni 4:13-14 Rispose Gesù: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna».

Il crocevia delle molte strade era famoso in tutta la regione perché da lì si potevano raggiungere un po’ tutte le località del regno. Nel crocevia si incrociavano otto sentieri e qualunque si seguisse si sapeva che da lì a poco si sarebbe biforcato e poi biforcato di nuovo e così via, per permettere di andare in qualunque direzione si desiderasse. Era un crocevia importante, ma anche pericoloso, perché se non si conosceva la strada si rischiava facilmente di perdersi e viaggiare di notte, da soli, non sempre era piacevole oppure scoprire di essere ben lontani da dove si voleva arrivare poteva demoralizzare anche gli animi più forti.

Seduto, al centro del crocevia stava un vecchio. Era lì da molto, molto tempo, da così tanto tempo che nessuno sapeva ormai da quanto. Non parlava quasi mai, ogni tanto qualcuno si recava da lui e gli lasciava qualcosa da mangiare o da bere. Il vecchio accettava con gratitudine il dono e si limitava a dare qualche consiglio a chi glielo chiedesse. Le sue, rare, parole erano diventate leggendarie, si diceva che sapesse colpire direttamente nei cuori, che leggesse il futuro e che avesse poteri divini. Naturalmente non era vero, si trattava solo di un uomo che aveva deciso di fermarsi per guardare la gente che passava e che aveva imparato dalla vita una saggezza che tutti possedevano, ma che quasi tutti avevano dimenticato.

Un giorno un giovane uomo si fermò perplesso a guardarsi intorno. Era sereno, ma indeciso, alla fine il vecchio gli chiese: “ Di nuovo qui?”

Sì, sono ancora qui, ma non riesco a trovare la strada che cerco.”

E qual è la strada che cerchi?”

Cerco quella che mi porti dove posso trovare risposta alla mia domanda: “Perché esisto?””

Domanda interessante… ma è parecchio che ti vedo tornare qui, temo tu abbia provate già tutte le strade, nessuna risposta?”

Hai ragione, ormai non so più le volte che sono passato di qui. Ho percorso la strada della scienza, della filosofia, della tecnologia, delle opere di bene, dell’amore, del divertimento… sì insomma tutte quelle indicate qui al crocevia, ho seguito ogni cartello… ho visto tante belle cose sai? Ho gioito e ho sofferto, ho visto e capito cose che non avrei mai immaginato, ma no… Nessuna risposta alla mia domanda… nessuna… Alle volte pensavo di averla trovata, ma dopo un po’ mi accorgevo che non era così.”

E’ così importante che ci sia una risposta?”

Molti altri mi hanno fatto la stessa domanda… Ho pensato che forse avete ragione e ho tentato di ignorare il mio quesito, ma la mia sete di sapere, il mio desiderio è troppo forte… riesco a nasconderlo per un po’, ma poi torna più forte che mai…”

Capisco…”

Però su una cosa hai torto, in realtà non ho percorso tutte le strade, ne rimane una. Lì dietro c’è un vecchio cartello ormai logoro che si apre su un sentiero sassoso e incolto… fino a ora ho sempre cercato di evitarlo, ma è l’ultima possibilità che mi rimane… credo che proverò a percorrerlo… ma cosa c’è scritto sul cartello?”

E’ vecchio, molto vecchio, forse il più vecchio di tutti, per questo è così logoro e poco appetibile… ma se guardi con attenzione si riesce ancora a leggere: Dio”

Dio? Alla fine di un sentiero in rovina? Ma che senso ha?”

Se è così importante la tua risposta allora perché un sentiero in rovina e un cartello poco leggibile dovrebbero fermarti?”

L’uomo sorrise leggermente e non disse nulla, passò oltre i cartelli più nuovi e lentamente si avviò lungo il sentiero. Il vecchio lo guardò inciampare diverse volte sui duri sassi, ma ogni volta si rialzava e proseguiva il cammino. Poi smise di guardarlo e tornò a fissare il crocevia.