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Aborto e obiezione di coscienza

novembre 6, 2012

E’ da un po’ di tempo che mi capita di sentire diversi attacchi alla possibilità di obiezione di coscienza da parte dei medici nei confronti dell’interruzione volontaria di gravidanza, come previsto dalla legge 194 che, nel nostro paese regolamenta l’aborto.

Personalmente penso che, sin dal momento del concepimento, siamo di fronte a una vita, un essere umano che va accudito e protetto e se avevo qualche dubbio questi sono stati del tutto spiazzati da quando ho potuto seguire passo passo la gravidanza, a tratti veramente difficile, di mia moglie e la nascita dei miei due gemelli. In ogni caso non è mia intenzione oggi parlare dell’aborto in sé, ma, come dicevo, dell’obiezione di coscienza.

Qual è il problema? Il problema è proprio che molti medici scelgono l’obiezione di coscienza riguardo l’aborto creando così delle situazioni in cui le strutture sanitarie sono in difficoltà a garantire quanto previsto dalla 194 a chi voglia abortire.

Senza chiedersi perché i medici facciano questa scelta (uno dei motivi potrebbe proprio essere che essendo loro i più competenti sulla materia in oggetto non se la sentono di uccidere una vita, senza dimenticare che nel giuramento di Ippocrate originale, una delle cose che il medico si impegna a non fare è proprio procurare un aborto), ma anzi mettendo in dubbio la loro reale volontà e andando a questionare sulla loro coscienza, sostanzialmente si afferma che i medici facciano questa scelta perché non vogliono lavorare e che spesso, gli stessi medici che nelle strutture pubbliche obiettano, nelle strutture private, dietro pagamento, operano aborti senza problemi. Questo tipo di argomentazioni mi sembrano solo insinuazioni, se non fosse così sarebbe opportuno che chi afferma queste cose, denunci tali situazioni, altrimenti sono solo insinuazioni, pure di bassa lega.

Ho però sentito affermare, da più parti, che ormai l’obiezione di coscienza per i medici, prevista nella 194, non ha più senso e quindi andrebbe abolita, sostanzialmente perché:

– Essa fu introdotta nella legge per salvaguardare il diritto di quei medici che non erano d’accordo con l’aborto e che si trovarono però applicata la legge 194 nel mezzo della loro carriera, senza quindi poter scegliere all’epoca, se intraprendere o meno un ramo di specializzazione che li avrebbe portati ad avere a che fare con l’interruzione volontaria di gravidanza. Oggi di queste situazioni non ce ne sono più, chi sceglie certe specializzazioni mediche è pienamente cosciente dell’esistenza della 194 e quindi l’obiezione di coscienza non ha più senso. Sostanzialmente sarebbe come se qualcuno oggi scegliesse di fare il soldato, e poi, nel momento in cui dovesse essere mandato in una situazione in cui deve sparare si rifiutasse di farlo per “obiezione di coscienza”, cioè sarebbe un controsenso dal momento che sapeva che la professione che ha scelto prevede già alcune realtà con cui dovrà relazionarsi.

Questo tipo di ragionamento, di solito portato avanti da persone che si dichiarano razionali, sembra non fare una grinza e in apparenza, a una lettura superficiale, può apparire condivisibile, peccato che sia di una fallacia macroscopica, una fallaccia proprio razionale che chi lo sostiene fa, volutamente (spero, perché altrimenti manca delle più elementari nozioni di logica), finta di non vedere.

Da quando è in vigore la legge 194 a oggi qualunque dottore scelga alcune specializzazioni mediche che possono coinvolgere le tematiche inerenti l’aborto sa che ha la possibilità per legge, di avvalersi dell’obiezione di coscienza, essa vale per i medici che erano in servizio quando la legge entrò in vigore, sia per i medici che erano in servizio all’epoca, sia per il medico che lo diventa oggi. Quindi chi obietta all’aborto lo fa in piena coscienza e in virtù di una legge ben specifica che gli consente un tale diritto. Il soldato che decidesse di non sparare, non ha, almeno che io sappia, una legge che gli permette questa scelta, quindi il paragone è del tutto improprio, così come è improprio dire che ormai l’obiezione di coscienza permessa dalla legge non ha più senso perché se è scelta così spesso un senso evidentemente ce l’ha, forse bisognerebbe cercare di capire meglio quale.

Infine chiudo, con una domanda, perché in una società che fa dei diritti dei singoli quasi un proprio baluardo, si vuole togliere la possibilità di esercitare un diritto proprio ai medici?