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Islamismo[1] – La religione: cenni generali

aprile 5, 2012

8.1 Maometto e il Corano

Il termine Islam significa “sottomissione” o “dedizione” riferita a Dio naturalmente, ed è una religione che sorge per opera di un solo uomo, il profeta Muhammad (Maometto). Egli nasce intorno al 570 d. C. alla Mecca. Sposatosi con una ricca vedova è solo verso i quarant’anni che comincia ad avere le visioni e le rivelazioni che poi saranno il nucleo del Corano, che, secondo i mussulmani, è parola di Dio che Maometto ha solo scritto.[2] Il Corano è un codice religioso, etico, giuridico e sociale. Per il musulmano è una guida infallibile che fornisce, implicitamente o esplicitamente, la giustificazione di ogni comportamento umano.[3] Nel 622 Maometto si trasferisce a Medina, quest’anno è detto l’anno dell’Egira ed è quello da cui si inizia a contare il tempo dell’era islamica. Muore nel 632.

Il Corano si divide in 114 sure, capitoli, ordinati non secondo una sequenza cronologica, ma, a parte la prima, secondo la lunghezza. Il Dio del Corano è un dio unico, onnipotente, attivo e personale.[4] Egli è onnipresente e onnisciente, è “il vivente, l’esistente per virtù propria”, ha il potere di dare la vita e di resuscitare i morti, è potente e misericordioso, saggio e clemente, fedele a se stesso e alle sue creature, è dominatore, ma generoso e sempre indulgente.[5] Maometto accetta e fa proprie molte delle tradizioni bibliche ed è convinto, almeno inizialmente, di annunciare la stessa religione di Mosè .[6]  Si inserisce in una sequenza che inizia da Abramo, uno dei patriarchi dell’Islam, prosegue con Mosé e con Gesù di Nazareth, considerato un importantissimo profeta, per concludersi appunto con lui, Muhammad.[7]

L’Islam è una religione della Parola rivelata, dal punto di vista del credente, al Profeta scelto da Dio stesso come suo messaggero. La professione di fede per i musulmani dice in sostanza che esiste un solo Dio che ha deciso di intrattenere una relazione specialissima con un essere umano elevandolo a suo inviato.[8] Poco dopo la morte di Maometto, però, si scontrano i seguaci di due opposti modi di vedere la sua successione.  I partigiani di Alì, genero del profeta, sostengono che la successione debba rimanere in famiglia, mentre per i seguaci degli Umajjadi è più importante l’unità e l’efficienza della comunità islamica. I due gruppi assumeranno i nomi, rispettivamente, di Shi’iti e di Sunniti.[9] Il termine sunna indica un modo di procedere, una pratica da riprodurre, contraria all’ahdatha che indicava l’introduzione di un’innovazione. La sunna era la conservazione della tradizione, divenne quindi la sunna del profeta ed era la fonte della shari’a. Nella sunna erano indicate le pratiche normative, le gahiliyya, approvate dal profeta ed altre che provenivano dalle varie province dell’impero e venivano a poco a poco assimilate.[10]  Esisteva poi la fazione dei Khagiriti, che si erano già scissi in precedenza, convinti che Imam debba essere colui che ne è più degno per la sua fede.

Riassumendo, i Sunniti si basano sul conservatorismo e il legalismo, gli Shi’iti sono più spiritualisti, mentre i Khagiriti negano qualunque forma di autorità che non provenga da un buon musulmano. Presto però questi ultimi furono sopraffatti e surclassati dagli Shi’ti.[11] In teoria la vita di un credente musulmano si basa su ciò che il Profeta ha detto e ha fatto, in realtà essa si basa su ciò che è raccontato egli abbia detto e fatto e non sempre le due cose coincidono.[12]


[1] Seguendo lo schema cronologico avremmo dovuto trattare prima il Cristianesimo dell’Islam, ma abbiamo preferito fare diversamente per il ruolo importante del cristianesimo nella trattazione della figura del santo e dell’eroe che porterà alla fusione tra le due.

[2] BRELICH A., Introduzione alla storia delle religioni, …, pp. 352-364.

[3] TOUFIC F., L’Islam in Storia delle religioni, a cura di H. C. Puech, Laterza, Roma 1976, Vol. 9, p. 55.

[4] BRELICH A., Introduzione alla storia delle religioni, …, pp. 352-364.

[5] TOUFIC F., L’Islam in Storia delle religioni, …, Vol. 9, pp. 146-147.

[6] BRELICH A., Introduzione alla storia delle religioni, …,  pp. 352-364.

[7] PACE E., Sociologia dell’Islam, Carocci, Roma 1999, p. 36.

[8] PACE E., Sociologia dell’Islam, …, p. 23.

[9] BRELICH A., Introduzione alla storia delle religioni, …,  pp. 352-364.

[10] MERVIN S., L’Islam, Bruno Mondadori, Milano 2001, pp. 36-37.

[11] BRELICH A., Introduzione alla storia delle religioni, …,  pp. 352-364.

[12] GUILLAUME A., Islam, Penguin, London 1956, pp. 88-89.